La delibera di giunta n. 10/2021 che individua .....
Al di là di tutte le questioni già evidenziate e che evidenzieremo e tutti i profili che non vanno vogliamo fare una riflessione di carattere territoriale, paesaggistico e sentimentale, ma soprattutto vogliamo mettere in guardia per evitare circostanze già avvenute in passato nell'indifferenza popolare.
Tutti quando sentiamo nominare la Fagianeria sentiamo una nostalgia importante e ricordiamo che la fagianeria è stata resa così un passo alla volta.
Ecco a voi un nostro pezzo del 2012 proprio sulla fagianeria dove evidenziavamo che un terreno eccellente a vocazione agricola era stato usato per altre finalità tra cui proprio un'isola ecologica e per svariate attività produttive che con il comparto agricolo alimentare avevano poco a vedere. Come Un centro di raccolta RAEE.
Concludevamo il pezzo interrogandoci sul perchè di quella trasformazione e concludevamo dicendo "IL PERCHE' C'E' MA NON SI VEDE"
Località camprianni è un terreno di prima qualità sul piano agricolo noi non vogliamo dire che questo sarà il primo passo verso una trasformazione distruttiva come quella della fagianeria. In qualità di politoligi però dobbiamo fare delle riflessioni per non farci trovare impreparati.
Si afferma ciò proprio perchè non si comprende con quale velocità la giunta ha voluto bypassare le ultime volontà della de cuius Scirocco.
OCCHI E SOPRATTUTTO CUORE APERTO PER IL BENE DI PIANA
Noi come BLOG siamo nati per creare una rottura con il passato e non vogliamo CORSI E RICORSI STORICI
"La Tenuta “La Fagianeria” diventa da tenuta agricola ad un’area di accozzaglie di attività…………..
Fu proprio Re Carlo di Borbone nel 1753 a convincere il Vanvitelli a prendere spunto dal Real Sito di Capodimonte per poter trasformare La Fagianeria in un Sito di Caccia Reale ed in seguito in un grande complesso borbonico di fabbriche, strutture e palazzine che dovevano essere costruite nella Piana di Caiazzo. L’unica opera oggi ancora visibile del lavoro del grande Vanvitelli su commissione della famiglia Reale dei Borbone è la cosiddetta “Palazzina Borbonica”, che purtroppo, per vari motivi, si presenta gravemente danneggiata soprattutto nelle sue strutture interne.Nell’ ‘800la famiglia dei Centori divenne proprietaria della tenuta “La Fagianeria”, una vasta area di circa 1000 moggia di terreno (circa 334 ettari).Nei primi anni del ‘900 l’avvocato napoletano Don Carlo Carunghio acquistò dai Centoriquest’immensa vallata situata presso la riva destra del basso Volturno. L’avvocato aveva tre figli tra cui don Marcello che scorrazzava spesso le allora polverose strade pianesi e caiatine con la sua prestigiosa Bugatti da competizione.Nel 1929 – ’30 don Carlo s’indebitò a tal punto da vendere tutta “La Fagianeria” per la somma di tre milioni di vecchie lire alla Cirio. Negli anni ’30 un moggio di terreno (are 33) valeva £ 1000, ragion per cui don Carlo fece un buon ricavo. I nuovi proprietari, il cui presidente era Paolo Signorini, investirono molti soldi per livellare, concimare ed apportare tutte quelle modifiche necessarie a trasformare tutti quei terreni acquitrinosi e boschivi in zone altamente produttive.Negli anni ’30 - ’40 La Fagianeria divenne una delle più grandi aziende d’Italia sia per l’imbottigliamento del latte Berna che per i prelibati panetti di burro Berna. Nell’azienda lavoravano tanti salariati a cui era stata assegnata una casetta prefabbricata con giardinetto coltivabile. Le famiglie dei salariati ricevevano grano e latte per il sostentamento di tutta la famiglia.Negli anni ’50 – ’60 fu istituito un Centro di Lettura per gli operai dell’azienda Cirio-La Fagianeria ed il direttore mise a disposizione degli operai-studenti una sua vasta libreria.
Al tempo del presidente Paolo Signorini, il direttore dell’azienda Cirio, per fargli cosa gradita, istituì alle falde della vicina collinetta Monticello, un allevamento di cinghiali.Purtroppo, morto Paolo Signorini, i nipoti inesperti e spendaccioni ridussero l’azienda in un baratro.Speriamo che i nuovi proprietari (la famiglia Benetton) siano capaci di rendere l’azienda bella e produttiva com’era una volta. Ma questi ultimi,con tute proprie risorse di iniziative e di capacità imprenditoriali che hanno nel loro DNA,molto spesso sono e sono stati condizionati nelle loro scelte dalla politica non nazionale ma bensì da quella locale. Infatti “La Fagianeria” è stata da sempre un’area a denotazione agricolo industriale ma negli ultimi anni la stessa è stata destinata alla localizzazione delle più disparate attività produttive .Due sono inerenti alla produzione di energia attraverso il foto voltaico e il biogas ,quella della ricerca e sperimentazione ed infine quella di un sito stoccaggio per i rifiuti RAEE. Un area prettamente agricola industriale che vedeil sorgere di tutte queste attività che per niente attinente alla propria destinazione d’uso c’’è da chiedersi il PERCHE’ di ciò.
Il PERCHE’ c’è ma non si vede."
1 commento:
Renzo hai detto una cosa profonda. Se ci pensiamo bene è già il secondo atto che interessa quella zona. Il primo è la compostiera di comunità. Che ci sia un progetto ?
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