A PROPOSITO…..C’E’ ANCHE IL RACCONTO DI SENECAZ “L’ALUNNO E IL MAESTRO”.

 

TRA I MANOSCRITTI DEL GRANDE FILOSOFO ROMANO SENECAZ ,....

che visse a Piana Calatiae per un lungo periodo di tempo, ne abbiamo trovato uno che forse si addice a questo momento storico in cui si trova Piana di Monte Verna. Il titolo del manoscritto trovato è DISCIPULUS ET MAGISTER. Ci sembra di capire, leggendo il testo, che l’ambiente e il luogo in cui si svolge il narrato sia un ex edificio scolastico che il filosofo chiama pristini schola aedificium. In questo contesto, sembra di capire che il gande filosofo romano volesse descrivere un momento storico della vita a Piana Calatiae. Il racconto parte da un rapporto o meglio da un dialogo, avvenuto all’interno schola locus, tra un alunno e il suo Professore. Quest’ultimo, nota che in questa classe c’è un alunno con grandi capacità sia dal lato di apprendimento e sia soprattutto dal lato sociale e della comunicazione verso gli altri. Il Magister o Professore, visto tutto questo, propone all’intera classe di eleggere come capo classe l’alunno in questione. Tutta la scolaresca accetta la proposta del Professore e elegge lo scolaro come capo classe con il voto di quasi tutta la classe. Il docente, dopo tutto ciò, chiama l’alunno alla cattedra per complimentarsi ed entrambi alzano il braccio davanti alla scolaresca nel voler dire "EGO GOT VOS". Alunno e Magister non hanno un’alcuna collaborazione in quanto il Professore, nell’immediatezza della cosa, si mette a riposo dall’attività lavorativa. Quest’ultimo, come afferma Senecaz, dice al suo ex alunno se hai bisogno di qualsia cosa sono a tua completa disposizione (pareri e consigli fuorché i soldi). L’alunno, trovandosi in difficoltà nel gestire la sua figura di capo classe, si reca in più occasione dal Magister per esporre a quest’ultimo la situazione in cui si è venuto a trovare. Dall’altro canto, come afferma Senecaz, il noto e affermato Magister di Piana Calatiae accoglie il proprio ex alunno con grande benevolenza e grande ospitalità e presta anche particolare udienza al dire del suo ex alunno dandogli utili consigli e direttive da seguire nel risolvere nel miglior dei modi i vari problemi in questione. Il ragazzotto o lo scolarum, al dire di Senecaz, pur apprezzando e accettando i consigli del Magister, ogni qual volta si trova a risolvere i vari problemi del vivere nella piccola comunità, cioè la classe, non adotta mai poi mai i consigli ricevuti ma fa di propria iniziativa. Tutto questo irrita fortemente il Magister fino al punto che quest’ultimo esclama fortemente “ SED QUID DE ME VENIT, CUM SUAM REM FACIT !”. A tale proposito, il Magister, dice Senecaz, si sente pesantemente e profondamente offeso dall’atteggiamento dell’ex suo “carus scolarum” e decise di trovare un’altra soluzione per il capo classe della sua ex classe. Il Magister, analizzando la composizione della piccola comunità e cioè la classe, individuò in quest’ultima un’altra alunna che poteva andare bene per la sostituzione dell’alunno capo classe. Dice Senecaz, che il Professore incontrando la sua ex alunna gli disse queste testuali parole "EGO TE ELEGI REPONERE IN GENERE CAPITIS, QUIA MULTUM HABEO PRO VOBIS REVERENTIAM" e aggiunse anche "HABEO AD FACIENDUM CAPUT ORDINIS TUI AMITTERE DIGNITATEM QUAM EI DEDI, QUIA SEMPER RES PER SE VEL PER SEIPSUM FACIT". Il Magister rimase con l’alunna che questa cosa doveva restare tra loro due anche perché lui preferiva gestire la situazione al di fuori del contesto ed anche e soprattutto nella fase delle votazioni del nuovo capo classe. Nel salutare il Magister e contenta delle proposte avute la ragazza, che apparteneva ad illustre famiglia di Piana Calatiae, in ultima istanza affermò "HOC TEMPUS EST TEMPUS ME ESSE CLASSIS PRINCEPS". Il grande filosofo romano non dice nulla sulle votazioni e sull’elezione del capo classe o meglio noi non abbiamo trovato niente di tutto ciò, vi promettiamo che faremo di tutto per portare alla luce il proseguo del racconto.     

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