A Pignataro M.re continua lo scontro,......
con polemiche anche molto dure e pesanti: da un lato la coop sociale Aperion – che gestisce beni confiscati alla camorra per il loro riuso socaile e produttivo; dall’altro alcuni giornalisti del social Caleno 24 ore (come S. Minieri e M. Palmesano), che da anni sono impegnati sul fronte della legalità democratica, anche con denunce e pubblicazioni molto coraggiose (anche se a volte dai toni non condivisibili). Stavolta la polemica è stata alimentata in occasione di un incontro organizzato da Apeiron per denunciare gli ennesimi attentati subiti sui loro terreni. Infatti, il presidente della coop Emiliano Sanges nel suo intervento ha usato toni molto accesi nei confronti dei due giornalisti: “ Minieri e Palmesano sono giornalisti dal fare mafioso, agiscono con metodi mafiosi...questi mi hanno rotto i coglioni”. I quali a loro volta in questi giorni hanno inviato alla Commissione antimafia una nota in cui rivelano: “Abbiamo scoperto e pubblicato firme dello stesso Sanges con una Coop che è riferibile proprio alla famiglia mafiosa Lubrano” (la oramai famosa APS La Felicità). Così continua a dilagare una polemica, con pesanti e feroci accuse, da entrambi le parti. Con denunce e querele altrettanto roventi, al vetriolo, su cui sono in corso indagini da parte della magistratura e degli organi inquirenti.
Per chi come noi che da anni segue queste vicende, devo dire che queste polemiche creano una grande confusione, gettano ombre e tendono a dividere il fronte della legalità democratica, in particolare su quello che era considerato una sorta di “modello Caserta” per le esperienze e buone pratiche di gestione dei beni “liberati” dal potere comorristico. Sarebbe utile da parte dei vari protagonisti abbassare i toni della polemica, cercare di avviare sedi di confronto ed anche di chiarimento. In primo luogo da parte di chi ha commesso errori e leggerezze per aver sottoscritto protocolli con associazioni, come quella legata alla famiglia Lubrano. Tali atti vennero promossi dal sindaco del comune di Pignataro, coinvolgendo anche la Camera di Commercio, che subito prese le distanze. Nello stesso tempo mi sento di far presente ai miei colleghi giornalisti che la battaglia per la legalità deve avere sempre chiari gli avversari, in primo luogo quelli che imperversano in alcune aree, come quella che è stata definita la “Svizzera dei clan”. Non bisogna mai dimenticare che da qui partirono i killer che trucidarono Franco Imposimato davanti ai cancelli della sua fabbrica a Maddaloni. Dopo aver fatto i necessari chiarimenti, in primo luogo quelli di carattere giudiziario, sarebbe utile ricreare terreni di incontro e di confronto, affinché la lotta per la legalità democratica possa ricostruire un fronte unitario tra i principali protagonisti: istituzioni ed enti (come il Consorzio Agrorinasce), sindacati ed associazioni datoriali, mondo del terzo settore e del volontariato, organi di stampa e di inforamazione. A tal fine sarebbe utile riprendere il progetto di un Osservatorio, con il coordinamento della Prefettura e del Ministero dell’Interno.
Pasquale Iorio - le Piazze del Sapere Caserta, 16 luglio 2021
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