Dopo le notizie di stampa circa un presunto “spionaggio” delle email dei parlamentari Cinquestelle da parte della Casaleggio associati, Beppe Grillo interviene sul suo blog. “In questi giorni la macchina del fango contro il M5S si è messa in azione – scrive -, attivata dalla stampa e cavalcata dal Pd, guarda caso a ridosso di elezioni amministrative in cui il M5S corre per vincere e fa paura”.
“L’obiettivo – si legge nel post – di questa sistematica
opera di discredito del M5S non si gioca sui contenuti, ma è volta a
delegittimare il Movimento 5 Stelle recuperando notizie vecchie e
accompagnandole con commenti, illazioni e supposizioni di parlamentari che non
appartengono più al M5S e che oggi militano in altri partiti”.“Quella del
server ‘parallelo’ attivato da un ex parlamentare M5S è una storia su cui siamo
i primi a volere che si faccia luce e chiarezza, perché in ballo ci sono la
sicurezza di dati e messaggi privati di esponenti del M5S – si legge nel post
sul blog di Grillo -. Su questo server, che era pagato con i soldi del gruppo,
si appoggiavano non solo indirizzi di posta elettronica e documenti di alcuni
parlamentari M5S, ma contenuti e siti terzi non riconducibili ai 5 Stelle, alcuni
dei quali erano stati diffidati dall’uso del logo del M5S”.“Soprattutto – si
aggiunge -, era noto che alla piattaforma avevano accesso persone terze la cui
identità era però sconosciuta al gruppo parlamentare. Proprio per motivi di
sicurezza, i parlamentari decisero di rivolgersi ad un consulente informatico
di una società torinese che non ha nessun legame diretto con la Casaleggio
associati, affinché verificasse l’effettiva presenza di queste anomalie. Il
consulente, fatte le dovute ricerche, riferì al gruppo e allo staff della
comunicazione la situazione rilevando che il server non garantiva la sicurezza
necessaria e che erano necessarie contromisure”.“Lo staff di Beppe Grillo,
informato dei fatti, e a tutela non solo del gruppo dei parlamentari ma dell’intero
Movimento, inviò una mail a tutto il gruppo parlamentare comunicando che il
server non era più sicuro e che sarebbe stato disattivato, invitandolo quindi a
salvare i contenuti che fino ad allora erano su quella piattaforma e ad usare
un sistema che potesse essere gestito direttamente dai parlamentari – si
ribadisce -. L’operazione non avrebbe comportato eccessivi disagi considerando
che il server in questione era utilizzato da una piccola parte del gruppo, non
più di 30 parlamentari. Sul blog viene poi aggiunto un “nota bene”, in cui si
legge: “La mail viene inviata a tutti i parlamentari della Camera perché lo
staff di Beppe Grillo ignorava chi fossero i 30 che si appoggiavano al server
creato, a conferma del fatto che non era in possesso di nessuna informazione su
quella piattaforma e che non ci fu nessuna azione di controllo sui contenuti
che vi si appoggiavano. La comunicazione venne fatta anche sul blog con un post
di Grillo”. “Il rischio che questi contenuti fossero sistematicamente violati
era concreto, ma appare evidente che la violazione non fosse di certo ad opera
della Casaleggio associati, che altrimenti avrebbe avuto interesse a mantenere
in piedi quel sistema. Ora però, giornali e partiti in cerca di visibilità,
ribaltano la vicenda e vogliono far credere che a spiare fosse Casaleggio in
persona! Un’accusa ridicola e inverosimile”. “Come è ridicolo – si conclude –
che dopo due anni e mezzo di indagini non si sia riusciti a far luce su
un’altra vicenda di cui il M5S è stato parte lesa. Ci riferiamo alla diffusione
di foto e mail private di cinque portavoce M5S (Bernini, Gallinella, Sarti,
Turco, Vignaroli) ad opera di sedicenti hacker del Pd. Oggi l’inchiesta è stata
archiviata senza che si sia giunti alla verità e senza che si possa conoscere
la vera identità degli autori di questa violazione. Vogliamo invece che si
faccia luce fino in fondo su questa vicenda. Noi non abbiamo nulla da temere,
anzi aspettiamo che la verità esca fuori e allora ci sarà da ridere”.
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