RICORDI DEL PROF. GEPPINO BUONOMO, RELATIVI AD ALCUNE USANZE PIANSI ", RIPETUTE DA MOLTISSIMI ANNI.



Le usanze pianesi,, in linea di massima, sono un pò analoghe a quelle dei paesi  vicini. Le consuetudini, i modi di comportarsi, in determinati periodi dell' anno, o in qualche particolare circostanza, fanno infatti parte di un " patrimonio " comune di una civiltà, prettamente contadina, e sono tramandati col medesimo spirito animatore.

E' da rilevare tuttavia che alcune " usanze pianesi ", praticate tra la popolazione già da tanti decenni, a causa della larga diffusione dei mass - media, ( che hanno molto distratto la vecchia e le nuove generazioni sono state in parte ridotte, se non addirittura annullate. - Va comunque ricordato che é ancora in uso in Piana fare visita ai familiari di una persona morta, per esprimere il proprio cordoglio e la, vicinanza cristiana; portare loro, per qualche giorno il cosiddetto " consòlo ", in caso di un ' amicizia un pò  più intima, tra famiglie; benedire le candele in Chiesa il 2 febbraio, giorno della Candelora ed accenderle in caso di una forte inclemenza del tempo, affinché il Signore voglia allontanare il maltempo; mascherarsi giorno dell' ultimo di Carnevale e sfilare, con qualche carro umoristico, per le vie del paese, tra frastuoni di tamburi e suoni di trombette; presentare al pubblico, ( ciò vale per Villa S. Croce, frazione di piana ), la " Zeza - Zeza ", " La Brunetta ", " Il laccio d' amore "; portare a benedire in Chiesa rami d' olivo il dì della Domenica delle Palme e scambiarsi, tra conoscenti, rametti benedetti, quali simboli di pace e d' affetto; partecipare alla Processione del Venerdì Santo; accompagnare l'Ostia  Consacrata, per le vie del paese, il giorno del Corpus Domini, addobbando al Suo passaggio, balconi con coperte e candide lenzuola; collocare il " Maio " sull' altura di S. Croce in Monte Verna, il I° maggio, per segnare 1' inizio del mese Mariano e la devozione alla Vergine Maria; suonare a distesa le campanti. il 26 luglio, tre ore dopo 1' Ave Maria, per onorare S. Anna e ricordarla per aver represso il pauroso terremoto dell' anno 1805. E' tutto ciò una forma di cultura popolare, un insieme di belle " usanze ", che, come tali, vanno ricordate e trasmesse, per conoscenza, alle nuove, piccole leve scolastiche. 

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