ARCHITETTURA RURALE: LE MASSERIE.


Siamo onorati di pubblicare un altro interessantissimo articolo della Prof.ssa D'Agostino, il primo ha avuto circa 300 visualizzazioni e ciò denota l'interesse per la cultura.

 
Il nostro paesaggio rurale è  per noi un bene comune prezioso: dà onore a chi lo ha creato, identità a chi oggi lo abita e ne fruisce ed esprime al visitatore una sensazione di armonia, perché mostra  equilibri ambientali  che sono stati costituiti nel tempo.
 
Una tipica espressione di architettura rurale presente nelle campagne di Piana, come anche in tutto il territorio del medio Volturno sono le masserie
 
Il termine “masseria” è utilizzato in tutto il Mezzogiorno d’Italia e sta ad indicare alcune specifiche tipologie di dimore rurali, assumendo già nel XVIII secolo il duplice significato di “azienda” e di “casa rurale o padronale” isolata nell’azienda. Nel nostro territorio abbiamo numerosi esempi ancora ben individuabili, essenziali testimonianze storiche e documento per la conoscenza di una civiltà contadina, temporalmente non troppo lontana da noi, che ancora ci appartiene e le cui tradizioni sono da conservare e da valorizzare. Le masserie sono i capisaldi di un sistema agrario, strutturato sulla centuriazione romana che è concepita come organizzazione socio-economica dello spazio agrario, organizza il territorio in stretto e inevitabile rapporto con le caratteristiche ambientali dei luoghi. Questa continuità di frequentazione è avvalorata da numerosi ritrovamenti archeologici in prossimità delle masserie di Piana. Ad esempio, presso la Masseria Boschetto, contrada Marano, nei pressi del torrente Pisciariello, Pagano riferisce del ritrovamento di due sarcofaghi oggi conservati presso i magazzini dell’antica Capua a santa Maria Capua Vetere; alle pendici del monte Maiulo 365 m a nord est della masseria Perretta è stata segnalata la presenza di una fornace romana; alla masseria Bernardino lungo la strada statale 264 è stata individuata un tratto di strada in acciottolato oggi non più visibile; alla Masseria del Monumento, oltre il monumento di Aulo Attilio Caiatino, Iadone ricorda il ritrovamento di un’epigrafe funeraria della fine del I e dell’inizio del II secolo d.c oggi conservata al Museo Archeologico di Napoli; alla masseria Case Cerreta, a ridosso delle pendici meridionali del Monte Forca, Giustiniani riporta la notizia dell’esistenza una necropoli e di un bassorilievo
 
La masseria, in genere, non nasce da un preciso progetto, ma da un insieme di corpi di fabbrica aggregati e adibiti a varie funzioni, in stretta relazione con la coltura della vite o con l’economia pascolativa e cerealitica dell’area, spesso realizzati in tempi diversi e adattati alle necessità del momento, tra cui, oltre ai locali strettamente legati alla produttività del fondo agricolo, troviamo ambienti utilizzati per funzioni più articolate, come le abitazioni differenziate per i coloni e per i proprietari, la colombaia, la cucina esterna e, successivamente, possiamo trovare anche ambienti adibiti a dimora nobile, generalmente posti al piano superiore; talvolta vi è finanche la presenza di funzioni religiose. La masseria rappresenta, quindi, un insediamento umano generalmente autonomo e autosufficiente costituendo l’espressione di un modo di abitare, largamente diffuso in tutta la pianura campana.
 
Il tratto  ricorrente delle nostre masserie è l’utilizzo del materiale locale, pietra e tufo grigio campano, e un caratteristico porticato o loggiato. La copertura solitamente è a due o quattro falde: la struttura è in legno e il manto in coppi di terracotta.
 
Molto bella e caratteristica è la Masseria Campanella (pare che nei primi del 900 fosse dedita alla raccolta e lavorazione della frutta), il cui nome deriva forse dalla campanella che era posta sulla facciata anteriore che , a sua volta, ricordava la facciata di una chiesa.

Angela D'Agostino

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