IL “CASO DOTT.RICCIO”,UNA TRANQUILLA E CIVILE COMUNITA’ PENALIZZATA DALL’ASSENZA DI UN RIFERIMENTO SANITARIO CERTO E STABILE.

Costituzione italiana - Articolo 32 - Salute Diritto Fondamentale

La Repubblica Italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Che cosa significa? L’art. 32 Carta Costituzionale definisce espressamente la salute come un diritto fondamentale dell’individuo, che deve essere garantito a tutti (cittadini italiani e stranieri). Ciascun cittadino ha il diritto a essere curato e ogni malato deve essere considerato un “legittimo utente di un pubblico servizio, cui ha pieno e incondizionato diritto”. In Italia, tuttavia, il Servizio sanitario nazionale – cioè il complesso delle attività sanitarie la cui fruibilità è garantita a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro il pagamento di una compartecipazione alla spesa. Fino ad inizio marzo 2020 questo inviolabile principio era garantito nei comuni di Pontelatone e Piana di Monteverna dalla presenza ormai più che decennale del medico titolare del servizio di assistenza di base il Dott.F.Riccio, da tutti stimato e benvoluto; poi per una vicenda che ha dell’incomprensibile e per molti versi del paradossale, il medico titolare viene temporaneamente inibito al servizio e nonostante sentenze del riesame favorevoli al reintegro non ancora riabilitato perche’ la burocrazia sanitaria casertana guarda ai codicilli e non alla sostanza dei fatti. E GLI OLTRE 1500 CITTADINI di Pontelatone e Piana di Monteverna che avevano affidato a questo medico la cura della propria salute, trattati come straccetti e non difesi dall’istituzione sanitaria; viavai di sostituti, visite effettuate dalla finestra dell’ambulatorio con il cittadino utente in strada (paura o scusa del cov19?), ammalati non deambulanti abbandonati da mesi a casa e mai visitati, attività di prevenzione e cura come ADP ed ADI che riguardano malati fragili completamente disattese e per finire la chiusura dell’ambulatorio di Piana di Monteverna, senza alcuna ragione plausibile e da anni sempre aperto, sta costringendo anziani, malati cronici, disabili a fare circa 35 km tra andata e ritorno con lunghe attese in strada anche per una sola ricetta. E’ tollerabile tutto questo? CHI DEVE INTERVENIRE INTERVENGA, ridando a questi cittadini il proprio medico, uno che hanno sempre visto presente ed al loro capezzale quando chiamato, non un imboscato che al massimo ti parla e ti cura dalla finestra.


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