PIANA DI MONTE VERNA, C’ERA UNA VOLTA UNA TENUTA AGRICOLA CHIAMATA “FAGIANERIA”.




































La Tenuta “La Fagianeria” diventa da tenuta agricola ad un’area di accozzaglie di attività…………..

Fu proprio Re Carlo di Borbone nel 1753 a convincere il Vanvitelli a prendere spunto dal Real Sito di Capodimonte per poter trasformare La Fagianeria in un Sito di Caccia Reale ed in seguito in un grande complesso borbonico di fabbriche, strutture e palazzine che dovevano essere costruite nella Piana di Caiazzo. L’unica opera oggi ancora visibile del lavoro del grande Vanvitelli su commissione della famiglia Reale dei Borbone è la cosiddetta “Palazzina Borbonica”, che purtroppo, per vari motivi, si presenta gravemente danneggiata soprattutto nelle sue strutture interne.   Nell’ ‘800 la famiglia dei Centori divenne proprietaria della tenuta “La Fagianeria”, una vasta area di circa 1000 moggia di terreno (circa 334 ettari).Nei primi anni del ‘900 l’avvocato napoletano Don Carlo Carunghio acquistò dai Centori quest’immensa vallata situata presso la riva destra del basso Volturno. L’avvocato aveva tre figli tra cui don Marcello che scorrazzava spesso le allora polverose strade pianesi e caiatine con la sua prestigiosa Bugatti da competizione.Nel 1929’30 don Carlo s’indebitò a tal punto da vendere tutta “La Fagianeria” per la somma di tre milioni di vecchie lire alla Cirio. Negli anni ’30 un moggio di terreno (are 33) valeva £ 1000, ragion per cui don Carlo fece un buon ricavo. I nuovi proprietari, il cui presidente era Paolo Signorini, investirono molti soldi per livellare, concimare ed apportare tutte quelle modifiche necessarie a trasformare tutti quei terreni acquitrinosi e boschivi in zone altamente produttive.Negli anni ’30 - ’40 La Fagianeria divenne una delle più grandi aziende d’Italia sia per l’imbottigliamento del latte Berna che per i prelibati panetti di burro Berna. Nell’azienda lavoravano tanti salariati a cui era stata assegnata una casetta prefabbricata con giardinetto coltivabile. Le famiglie dei salariati ricevevano grano e latte per il sostentamento di tutta la famiglia.Negli anni ’50 – ’60 fu istituito un Centro di Lettura per gli operai dell’azienda Cirio-La Fagianeria ed il direttore mise a disposizione degli operai-studenti una sua vasta libreria.
Al tempo del presidente Paolo Signorini, il direttore dell’azienda Cirio, per fargli cosa gradita, istituì alle falde della vicina collinetta Monticello, un allevamento di cinghiali.Purtroppo, morto Paolo Signorini, i nipoti inesperti e spendaccioni ridussero l’azienda in un baratro.Speriamo che i nuovi proprietari (la famiglia Benetton) siano capaci di rendere l’azienda bella e produttiva com’era una volta. Ma questi ultimi,con tute proprie risorse di iniziative e di capacità imprenditoriali che hanno nel loro DNA,molto spesso sono e sono stati condizionati nelle loro scelte dalla politica non nazionale ma bensì da quella locale. Infatti “La Fagianeria” è stata da sempre un’area a denotazione agricolo industriale ma negli ultimi anni la stessa è stata destinata alla localizzazione delle più disparate attività produttive .Due sono inerenti alla produzione di energia attraverso il foto voltaico e il biogas ,quella della ricerca e sperimentazione ed infine quella di un sito stoccaggio per i rifiuti RAEE. Un area prettamente agricola industriale che vede  il sorgere di tutte queste attività che per niente attinente alla propria destinazione d’uso c’’è da chiedersi il PERCHE’ di ciò.
Il PERCHE’ c’è ma non si vede.

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