A quasi venticinque anni dai
processi contro il criminale responsabile della strage nazista di Caiazzo,
Nicola Sorbo torna a occuparsi di questa pagina nera della storia recente con
un saggio arricchito da una interessante prefazione di Guido Ambrosino, già
corrispondente da Bonn del quotidiano il MANIFESTO.
Il tema di fondo che l’ex
sindaco di Caiazzo affronta è il conflitto che a volte insorge tra le ragioni
del diritto e i sentimenti di giustizia. I due processi celebrati a S. Maria
Capua Vetere e Coblenza contro Wolfgang Lehnigk-Emden, pur con esiti diversi,
hanno espresso lo stesso convincimento: l’eccidio di Caiazzo non sarebbe stato
un crimine di guerra, ma un delitto comune che nulla aveva a che fare con la
guerra, “con le sue ineludibili e crudeli necessità e con la sua logica
spietata”. Nicola Sorbo contesta oggi questa visione –
che pure, all’epoca, aveva condiviso – e ne spiega le ragioni illustrando i
progressi che negli ultimi anni ha compiuto la ricerca storico-archivistica
sulla “guerra ai civili” condotta dai nazisti nel nostro Paese. Partendo da
queste considerazioni, Sorbo affronta la questione della giustizia negata alle
vittime dei crimini nazi-fascisti e del loro “diritto” alla memoria e alla
verità. Dal ritrovamento del cosiddetto “armadio della vergogna” – dove erano
stati occultati oltre 1.200 fascicoli giudiziari su altrettanti crimini di
guerra – ai risarcimenti riconosciuti alle vittime dalla giustizia italiana, ma
negati dal governo federale tedesco, si tratta di un capitolo buio nella difesa
dei diritti inviolabili dell’uomo, ancora oggi in Europa. Quanto accade
nell’Ungheria di Orban e nella Turchia di Erdogan lo dimostra chiaramente. In
questo quadro si inserisce il felice esperimento, sia pure sui generis, di una
“giustizia dialogica”, che il Comune di Caiazzo ha avviato nel 1996
gemellandosi con il Comune di Ochtendung, località della Renania-Palatinato
dove risiedeva il criminale nazista. “Il contraddittorio con Wolfgang Lehnigk-Emden
non c’è stato – scrive Sorbo – ma un possibile dissidio fra le due comunità si
è trasformato in relazione costruttiva. Per il diritto alla verità e alla
dignità delle vittime di Monte Carmignano, Ochtendung si è fatta carico delle
ragioni della comunità caiatina, divenendone testimone in Germania; dal canto
suo, Caiazzo ha riconosciuto lo spirito autenticamente solidale della piccola
comunità renana nell’accogliere l’offerta di amicizia”. Il saggio, pubblicato a
cura di 2000diciassette Edizioni, sarà presentato a Caiazzo il prossimo 12
ottobre, presso il piccolo teatro Jovinelli, nel corso del convegno sul tema
“L’Italia, la Germania e il futuro dell’Europa”. L’iniziativa, indetta in
occasione del 75° anniversario dell’eccidio di Monte Carmignano dal Comune di
Caiazzo, con il patrocinio del Goethe Institut di Napoli e dell’Università
degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, avrà inizio alle ore 17,30 e ha
in programma l’intervento, fra gli altri, di Stefano Giaquinto, sindaco di
Caiazzo; Rita Hirsch, borgomastro di Ochtendung; Maria Luisa Chirico,
direttrice del Dipartimento di lettere e beni culturali dell’Università degli
Studi della Campania; Maria Pia Selvaggio, responsabile editoriale di
2000diciassette Edizioni; Maria Carmen Morese, direttrice del Goethe Institut
di Napoli; Guido Ambrosino, giornalista; Federico Scarano, docente di relazioni
internazionali all’Università degli Studi della Campania; Gianni Cerchia,
docente di storia contemporanea all’Università degli Studi del Molise; Angelo Insero,
presidente dell’Associazione familiari vittime di Monte Carmignano. I lavori
saranno moderati dal giornalista Diamante Marotta.
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