Tra le antiche tradizioni popolari pianesi, un ruolo, di primo piano, nel passato, spettò certamente all' uso dei proverbi, ossia ai motti arguti e sentenziosi, largamente sperimentati negli anni.
Tali motti, espressi in lingua italiana o in
quella napoletana, servirono a rendere vivi e più incisivi i quotidiani
discorsi tra persone ed a riportare alla mente che la saggezza degli antichi
mai fallì, giacché dettata dal conforto della prova. Con l'evolversi dei tempi,
però, detti proverbi vengono raramente utilizzati nelle odierne discussioni,
per il sostegno e la riprova della validità dei principi sostenuti. Tuttavia, a
puro titolo informativo, si ritiene opportuno, in omaggio a passato, ricordare
qualche modo di dire ancora frequente nelle comuni discussioni:
Aiutati, che Dio t' aiuta!
Chi ten fed a Ddio, nù perd male!
L' occhio del padrone ingrassa il cavallo.
Chi fa da sé, fa per tre!
Acqua passata non macina mulino.
Tanto va la gatta al lardo, che ci. lascia lo zampino.
Chi va piano, va sano e va lontano!
'A fissazione é pegg- ra malatia!
Chi dorme non piglia pesci.
Ayenn, tenenn, putenn. Nunn' avenn, nunn tenenn, nunn putenn!
La lingua batte dove il dente duole.
' U munn é 'na rotala 'e preta; si nu' parl crepa!
A chi tant e a chi nient!
Chi ti castiga ti ama, chi ti rimprovera ti benefica, ma... nessun
amore, al mond può sostituire quello
della mamma!!
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