IL VALORE DELLA POLITICA,UNA SFIDA CONTRO I POPULISMI.
Cambiare è possibile. Faticoso,
difficile, ma si può fare. E lo strumento per il cambiamento (udite... udite)
è, e resta, la tanto vituperata politica. L'Italia non si arrende. Non vuole
indugiare nella palude della crescita zero, ambisce a una boccata d'ossigeno, a
una nuova stagione di crescita e dinamismo.
La stragrande maggioranza degli
italiani (83%) non ha dubbi: trasformare il Paese è possibile ed è un'impresa
in cui investire tempo ed energie. Il dato più significativo è la ridotta
quantità di persone che si è arresa all'irriformabilità dell'Italia (solo il
9%). La speranza di cambiare non si è fermata. Ad essa si aggrappano tutte le
generazioni, anche se tra i Millennials la quota dei disillusi è leggermente
più alta (13% contro il 9%). L'area del Paese in cui il vento del rinnovamento
spira con più intensità è il Mezzogiorno (85%), mentre tra i ceti sociali, i
segmenti più disincantati e disillusi sono quelli bassi (la rassegnazione tra
le persone più fragili economicamente sale al 16%). Nei ceti medi, specie tra
quelli in caduta, il vento della rabbia e della voglia di recuperare ruolo e
posizione sociale gonfia le vele della voglia di novità. Il cuore pulsante del
mutamento e della trasformazione, nonostante le tante sirene denigratorie,
resta la politica. Essa è indispensabile o utile per il 75% degli italiani.
Convinti della sua funzione insostituibile sono i segmenti più adulti e i
giovanissimi. Le ali estreme della nostra società s'incontrano sulla
valorizzazione della politica, con i Millennials che stanno riscoprendo il
valore dell'impegno come strumento per intervenire sulle cose del mondo e per
migliorare diritti e possibilità di vita. La generazione dei
trenta-quarantenni, invece, appare più fredda, mentre l'indispensabilità della
politica è avvertita maggiormente al Sud e nelle Isole (più calmierato è il suo
ruolo a Nordest). Dal punto di vista delle classi sociali i più determinati sul
ruolo della politica sono i ceti medi arrabbiati e in difficoltà, mentre le
persone più disagiate mostrano maggiormente il loro disincanto e la loro
sfiducia (l'inutilità della politica è sostenuta dal 19% contro una media del
13%). Scandagliando i diversi segmenti della popolazione, affiora un affresco
sintomatico del Paese, che ci parla della storia dell'Italia, delle sue scorie,
ma anche del futuro e delle dinamiche in corso. Per il 54% dei Millennials la
politica è un mezzo per migliorare le cose e per gestire in modo giusto la
realtà italiana.
Nessun commento:
Posta un commento