GIOIA SANNITA, ARRESTATO GIUSEPPE GRAVANTE, RIFIUTI VERSATI NEL FIUME VOLTURNO.


L'accusa per il patron di Foreste Molisane è di aver smaltito i rifiuti zootecnici gettandoli nel fiume Volturno e di aver minacciato i dipendenti di licenziamento se non avessero eseguito i suoi ordini.

Giuseppe Gravante, imprenditore e patron di Foreste Molisane, è stato arrestato la mattina del 28 ottobre. L’accusa è di aversmaltito rifiuti zootecnici svervandoli nel fiume Volturno, minacciando i propri dipendenti di licenziarli se si fossero opposti.
A denunciare Gravante è stato un ex dipendente “pentito” per aver assecondato il suo capo. E dopo la sua testimonianza ne sono venute altre che hanno svelato anche come il latte scaduto fosse mischiato con quello in lavorazione e poi venduto, secondo quanto detto dalla Procura.
In un primo momento il Corpo forestale aveva attribuito a Gravante anche il marchio Latte Matese, marchio che però ha ceduto nel 1984, dunque prima dell’inizio dei presunti illeciti. A renderlo noto è il procuratore aggiunto di S. Maria Capua Vetere Raffaella Capasso, che ha dichiarato:
“Giuseppe Gravante, imprenditore casertano arrestato stamane, non è più titolare del marchio Latte Matese, che ha ceduto nel 1984, mentre è tuttora proprietario di Foreste Molisane”.
L’ARRESTO – L’imprenditore, che si trova agli arresti domiciliari su disposizione del gip di Santa Maria Capua Vetere, è accusato di vari reati tra cui estorsione e smaltimento illecito di rifiuti.
A dare il via all’inchiesta è stato un ex dipendente: l’uomo si è autodenunciato perché “pentito” di aver preso parte negli anni alla condotte illecite ordinate da Gravante, impegnato da oltre 40 anni nel settore zootecnico e proprietario di vari allevamenti e di un grande stabilimento nel comune casertano di Gioia Sannitica dove fino al novembre scorso avveniva l’imbottigliamento di latte rivenduto con il marchio Foreste Molisane.
LE ACCUSE – Gravante, 75 anni, secondo le indagini, dal 1994 a qualche mese fa Gravante avrebbe costretto i lavoratori a sversare nel Volturno gli escrementi provenienti dal suo allevamento bovino, quasi 3500 capi, che ogni giorno hanno prodotto un inquinamento del fiume pari a quello di una città di 24 mila persone.
Dai racconti degli altri dipendenti pentiti alla Procura, è emerso che nel Volturno sarebbero finiti, attraverso un sistema di pompe idrauliche e canalizzazioni, non solo gli escrementi degli animali, ma anche i reflui delle sale di mungitura, e le acque di lavaggio delle stalle contaminate da detergenti ed acidi fortemente tossici.
Gli sversamenti, hanno accertato gli investigatori, venivano effettuati soprattutto in orario serale e notturno, al fine di eludere i controlli, o quando pioveva, approfittando del fatto che le acque del fiume erano rese limacciose dalla pioggia, rendendo poco visibile quanto vi veniva introdotto.
Inoltre, sostiene un dipendente, il latte scaduto veniva mischiato con quello in lavorazione e poi commercializzato:
“Spesso il reso delle bottiglie veniva nuovamente distribuito per la produzione in corso e mischiato al latte fresco”.
“LATTE MATESE NON E’ DI GRAVANTE” - “Il marchio ‘Matese’ è di proprietà di Newlat S.p.A da oltre trenta anni”. Lo precisa in una nota Angelo Mastrolia, il presidente della Newlat S.p.A, il quale sottolinea che “Giuseppe Gravante non ha alcuna relazione con il marchio Matese, tanto meno con la proprietà del marchio ovvero Newlat S.p.A”.
Gravante era stato definito in una nota dal Corpo forestale dello Stato “titolare del Latte Matese-Foreste Molisane”. Per Mastrolia tale notizia comprende “gravissimi elementi di falsità ed è priva di qualsiasi fondamento, ed è quindi lesiva del marchio e dei prodotti latte e derivati che vengono commercializzati in particolare in Campania e nelle regioni del Sud Italia




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