Movimento 5 Stelle, Vi svelo i segreti dell’inchiesta su Grillo e Casaleggio .
Antonio Amorosi, giornalista, blogger e
scrittore, svela a Formiche.net gli elementi inediti e
sconosciuti della gestione aziendale di Gianroberto Casaleggio, le
evidenti similitudini con il Movimento di Beppe Grillo e la costruzione del
consenso ad opera di Grillo/Casaleggio svelati dalla sua
inchiesta pubblicata su Affari italiani, il quotidiano on-line
fondato e diretto da Angelo Maria Perrino. Ma cosa c’è da sapere? Di cosa
dobbiamo renderci conto? Per rispondere a queste domande Amorosi ha scelto di incontrare
alcuni ex collaboratori di Casaleggio e rivelare qualcosa di cui essi sono
a conoscenza consultando in parallelo centinaia di documenti.
Cosa l’ha portata ad affrontare
un’inchiesta di questo tipo e come è stata strutturata?
Le troppe contraddizioni tra la gestione dei fatti del Movimento 5 Stelle e le
parole di Grillo e Casaleggio. Nei fatti mostrano di non avere una concezione
democratica delle relazioni. Nel tempo molti aderenti hanno dichiarato di
sentirsi solo usati per fini che non conoscevano. L’aver detto prima
dell’inizio della campagna elettorale che per fare politica non servono soldi e
poi fare molta attenzione nella gestione e nella richiesta di soldi ai
simpatizzanti (vedi la campagna di raccolta di 1 milione di euro per le politiche
oppure i potenziali 50 milioni che andranno non ai gruppi di
Camera e Senato ma alla società di comunicazione decisa da Grillo). Abbiamo
così cercato di scavare e trovare elementi inediti che ci permettessero di
capire con chi e con cosa si avesse a che fare.
Qual è l’elemento più interessante emerso
dall’analisi dei bilanci?
Ci sono molti elementi degni di nota.
Innanzitutto la cattiva gestione di un manager che fa buchi di bilancio. Nel
2001 quasi 2 milioni di euro. Nel 2002 15 milioni di euro su un fatturato di
26. Poi ancora nel 2003 lascia in eredità un bilancio così disastrato da
determinare una perdita di esercizio di altri 15 milioni nonostante l’azienda
avesse attivato una politica di risanamento sostituendo Casaleggio con un altro
amministratore delegato (come reca la relazione degli azionisti di Webegg).
Spese sproporzionate per un’azienda di 200 dipendenti che ha costi faraonici,
come la stranezza delle stanze a forma di uovo in cui riunirsi per sentirsi nel
futuro o i voli charter per dipendenti, amici e familiari per i tornei
internazionali di calcio. In generale spese economiche così esagerate da
entrare in contraddizione con la cultura che ti aspetteresti da quello che si
definisce il “guru” di Grillo o un esempio manageriale. Il comico critica i
manager italiani perché usano le risorse della collettività per fare i loro
interessi o sperperi esagerati. Ma Casaleggio non sembra un esempio di manager
diverso.
Sono dati già noti?
Abbiamo lavorato su elementi totalmente inediti e sconosciuti. E sui pochi
trapelati abbiamo cercato di far emergere con certezza i numeri per capire le
proporzioni del fenomeno.
Dalla video-inchiesta il Movimento 5
stelle sembrerebbe nato a tavolino: la strategia dal punto di vista della
persuasione delle folle sembra però vincente. Come spiega tutto ciò?
Si, il movimento è nato a tavolino da una
pianificazione aziendale. Il fatto sconcertante è che le regole di Webegg
coincidono perfettamente con quelle di un movimento che dovrebbe essere il
frutto spontaneo dell’indignazione dei cittadini. E in realtà funziona perché
ha una gestione verticistica. Ricordiamoci che a ideare, organizzare e dirigere
il blog di Grillo e il resto c’è una società specializzata in strategie della
rete. Non un gruppo spontaneo di persone su una piattaforma aperta, senza
proprietari che ti espellono o cancellano il tuo profilo utente o il tuo
commento scomodo. La strategia di Casaleggio e Grillo risulta vincente perché
ancora in Italia non siamo abituati al potere di manipolazione di un nuovo
media come quello di Internet. Tanto più se questa manipolazione è mascherata
da attivismo politico che raccoglie la rabbia della gente in un Paese dove in
quanto a stampa e libertà d’informazione siamo allo stesso livello di qualche
paese africano. C’è un contesto di disinformazione che si sposa bene con la
voglia di rivalsa di fasce estese della società civile, mentre il sistema
politico non trova idee e volontà per rinnovarsi alimentando così il fenomeno
ormai noto del populismo. La Casaleggio Associati usa questa situazione
italiana per mostrarsi capace di raccogliere un contesto sociale in Rete a fini
non solo economici, ma anche di prestigio personale e di potere. In questo non
c’è niente di nuovo ma solo l’abilità nel farlo. Ricordiamoci che Casaleggio
prima di essere “grillino” era un leghista che andava al lavoro con il
fazzoletto verde.
Come si costruisce il consenso nella
strategia di Casaleggio/Grillo?
Con una pianificazione giornaliera. Grillo è un personaggio popolare che fa
leva sull’indignazione legittima contro la politica che ha toccato picchi
incredibili. Con un’inchiesta giudiziaria al giorno e una politica
impresentabile il terreno c’è. Questo viene veicolato attraverso l’emozione di
un comico che parla alla pancia delle persone e cerca di dar loro una speranza.
La rete è politica, sosteneva dunque
Casaleggio in alcune vecchie interviste. Quando e come scatterà il “secondo
momento” in cui la loro politica attraverso la Rete diventerà business?
Siamo già nella seconda fase. Grillo non è solo un personaggio: è un marchio
capace di indirizzarti nell’acquisto di un prodotto invece che di un altro. Un
potere che muove potenzialmente il 20% degli elettori/consumatori italiani può
decidere il tracollo di un prodotto o di un personaggio in qualsiasi momento.
Tanto più con un’azienda alle spalle che può costruire trame di qualsiasi tipo,
meglio se fanno leva su argomentazioni vere o verosimili. In alcuni di questi
casi però l’operazione, ma eravamo agli inizi, è risultata controversa nei
risultati. Vi faccio un esempio: vi ricordate la Biowashball? Le palle
di plastica che lavavano senza detersivo e che poi si sono rivelate una bufala?
Oppure gli attacchi contro l’attivista Salsi e le espulsioni che si sino
rivelate un boomerang?
I grillini candidati sono consapevoli di
tutto quello che hanno dovuto sottoscrivere?
Molti sono consapevoli ma si prestano convinti che sia l’unica chance per
emergere. Nessuno darebbe uno stipendio, tanto più da deputato, a un ragazzo di
20-30 anni senza esperienza in un Paese falcidiato dalla disoccupazione.
Pagheresti molto bene un idraulico inesperto perché è un cittadino che ci prova
per la prima volta ad aggiustare i tuoi tubi di casa?
Quali sono le pecche più evidenti del
Movimento?
La pecca più evidente del Movimento è la mancanza
di competenze e di meritocrazia tra gli aderenti eletti o eleggibili. Quando
vanno al governo, come nel Comune di Parma, adottano le stesse manovre se non
peggiori dei governi che criticano: tasse alle stelle e mancanza di qualsiasi
livello di innovazione. A Bologna il candidato sindaco e attuale consigliere
comunale (Massimo Bugani ) quando si è candidato non sapeva cosa fosse il Patto
di stabilità, la differenza tra una delibera e una ordinanza e pensava che il
pane costasse 10 euro al chilo.
Sono giunte repliche da parte di Grillo?
E’ apparso ieri un articolo di Grillo che
minaccia querele definendo i giornalisti che scrivono su di loro “sgherri”
e “zoccoli dell’informazione, specialisti della macchina della merda
all’attacco del M5S” e invitandoli a preparare “il quinto dello stipendio
se ne avete uno”. Se questo è il nuovo che avanza mi sembra in linea con il
peggio del vecchio. E pensare che in passato Grillo mi aveva indicato come
esempio e persona onesta. Io continuo a essere la stessa persona. A credere in
un’Italia diversa dove tutti sono criticabili e rispondono nel merito
alle inchieste, se non si ha niente da nascondere, un Paese dove è possibile
fare inchieste senza veti, insulti e minacce.
Degli influencer mi seguono poi con “passione”. Persone che in rete si fingono
cittadini e parlando nell’anonimato o con nomi inventati (con un linguaggio
sempre simile oltretutto), offendono o criticano non entrando mai nel merito
dei contenuti. Molti di questi hanno indirizzi e account nati il giorno stesso
in cui l’inchiesta è stata pubblicata online. Guarda il caso…
Su cosa o su chi Casaleggio potrebbe
replicare la sua idea aziendale in futuro?
Potrebbe allargare il numero dei suoi clienti proponendosi a leader, personaggi
pubblici italiani e di altri Paesi. Con una strategia aziendale di questa
portata e riuscita in un Paese conflittuale come l’Italia, può proporsi in
tanti altri Paesi per smuovere consenso, equilibri, risorse economiche. Portare
una società nel web infatti non vuol dire creare solo un sito ma un “ambiente
culturale, sociale in rete” intorno a quella società e ai suoi prodotti. La
discussione dovrà alimentare centinaia se non migliaia di altre discussioni, in
grado di influenzare i consumatori e l’opinione pubblica.
Cosa direbbe Grillo in un suo improbabile
monologo su Casaleggio?
L’unico che può fare dell’ironia su Casaleggio mi
sembra Crozza. Lo vedo vestito da Mork e che esce dall’uovo arrivato da Ork (ve
lo ricordate? I colori del tutino sono gli stessi della Webegg). Con la chioma
fluente e la parlantina alla Tremonti ci allieterebbe sulle guerre
termonucleari che avverranno fra qualche anno. (Tratto da formiche.net – di Valeria
Covato)
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