Elezioni, Italia ingovernabile. Ecco tutti i risultati definitivi



Al Senato Csx avanti con 31,6% contro 30,7 del Cdx, ma non ha la maggioranza dei seggi che sono assegnati su base regionale. Avanti Pd-Sel anche alla Camera: 29,5% contro 29,1% di Pdl-Lega; qui la maggioranza c'è grazie al premio di coalizione. Fuori Ingroia e Fare, boom M5S che è primo partito.

“Frattura all’italiana”. Il titolo del giorno che meglio descrive il dramma elettorale italiano è del giornale francese Liberation. E non potrebbe essere altrimenti di fronte ai dati che per tutta la notte sono continuati ad affluire dal Viminale verso le agenzie di stampa i quali pian piano delineavano una situazione ai limiti del paradossale.

Questa mattina l’Italia si è infatti svegliata senza una maggioranza; i risultati definitivi delle elezioni 2013 parlano infatti chiaro: è pareggio, con un infinitesimo vantaggio del centrosinistra. A vedere l’home page del sito del Viminale vengono i brividi. Alla Camera la vince il centrosinistra ma di poco: la coalizione Pd-Sel raggiunge il 29,5% distaccando di soli 0,4 punti percentuali il centrodestra che ottiene il 29,1%. Un margine infinitesimo se guardiamo i numeri assoluti, quantificabile in soli 124.494 voti; un niente considerando che i votanti sono stati ben 48milioni, ancora paggio se si pensa che il Partito Democratico era partito come favorito assoluto per queste elezioni. Diverso il discorso per il Movimento 5 Stelle che ha vissuto un vero e proprio boom aggiudicandosi il titolo di primo partito con il suo 25,5%. A seguire il Centro di Mario Monti che si ferma ad un risicato 10,5%, di poco sopra la soglia di sbarramento per le coalizioni; mentre chi non è entrato in nessuna delle due camere è stato Antonio Ingroia che con la sua Rivoluzione Civile si è fermato al 2,2%. Anche al Senato prevale l’equilibrio. Vince il centrosinistra ma anche qui il margine sul centrodestra è minimo: 31,6% contro 30,7 e solamente 200mila voti di scarto. Anche qui l’M5S replica il suo boom e si aggiudica il 23,7% delle preferenze. Male Mario Monti che si aggiudica solo il 9,1% dei voti mentre resta fuori Rivoluzione Civile con 1,7%. Grande equilibrio quindi in entrambi i rami del nostro parlamento ma ciò in termini di governabilità significa paralisi politica. Già nella notte, infatti, sono cominciati a circolare le prime proiezioni del Viminale sulla composizione delle due camere per la XVII legislatura. Il quadro che ne viene fuori non lascia dubbi: il paese non ha una maggioranza capace di governare. Se infatti alla Camera la legge elettorale prevede un premio di maggioranza per la coalizione vincente grazie al quale Pd-Sel hanno ottenuto 340 deputati che significano maggioranza autosufficiente, non può dirsi lo stesso per il Senato, dove i seggi sono aggiudicati su base regionale. Qui il Pdl si è aggiudicato alcune regioni chiave come Puglia, Lombardia, Abruzzo, Calabria, Campagna, Sicilia e Veneto. Le restanti regioni sono andate al centrosinistra, ma il risultato elettorale di Grillo ha tradito tutte le attese: col suo 23,7% il M5S si è aggiudicato ben 54 senatori, che sommati ai 117 del centrodestra farebbero mancare la fiducia ad un eventuale governo Monti-Bersani, i quali insieme riescono a mettere insieme solo 143 senatori.
Mancano ancora le sezioni estere, ma il risultato è chiaro: ha vinto l’ingovernabilità.

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