PIANA DI MONTE VERNA,"COSI' PARLO' SENECAZ".




Il grande filosofo e oratore della città eterna Senecaz,

come abbiamo visto soggiornò a Piana Calatiae per un lungo periodo di tempo,scrisse una bella opera saggistica intitolata  "HAEC AUTAM SENECAZ". In questo libro il filosofo Senecaz descrive gli episodi della vita quotidiana che avvengono durante il suo soggiorno a Piana Calatiae.Il volume trovato è suddiviso in vari capitoli.Leggendo uno di questi abbiamo notato che a suo tempo esisteva la consuetudine "liberos et privigni".Etimologicamente il significato delle due parole tradotte in italiano è "figli e figliastri".Infatti,Senecaz afferma che un giorno trovandosi negli uffici del Demos assiste ad una scena molto eclatante assoggettata a questi due termini.Negli uffici ,un mattino,vide presentarsi un Plebeo di buona presenza il quale doveva aspettare colui che amministrava il fare delle costruzioni per il Demos. Nel frattempo arriva un Senatur che chiede al Plebeo se anche lui aspettando lo scriba del Demos e la risposta fu affermativa.Dopo una lunga attesa ecco arrivare la persona che entrambi erano ad attendere. Lo scriba si avvicina al Senatur lo saluta e lo invita ad accomodarsi nel proprio ufficio e chiudono la porta. A questo punto il Plebeo di buono aspetto,sentitosi offeso dal comportamento dei due,bussa alla porta chiusa e dice allo scriba Juan ero prima del Senatur. La risposta ,udita da Senecaz,è stata "ita magni momenti ad rem non es valde" tradotta noi stiamo facendo una cosa molto importante per una via. Il Plebeo di buona presenza rispose a voce alta "Non Damnare antequam essem" tradotta a me non frega un fico ero prima io.Quindi,lo scriba Juan  fece uscire il Senatur e fece entrare il Plebeo.Il filosofo spiega anche il tale comportamento del Plebeo affermando che questi ,molto probabilmente,era o faceva parte del movimento SPARTACUS che era attivo nella vicina città di Capuam.



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