Questo strumento,la “leccaressa”,era l’antico attrezzo che usavano gli antchi frantoi per separare la spremuta del macino delle ulive dall’acqua calda………………
Dopo anni di intenso lavoro,
riapre l’antico frantoio di epoca settecentesca in via Latina a Caiazzo. La
tenacia e la volontà dei coniugi Salvatore Ciaramella e Angela Cinicola –
proprietari dell’antica struttura – hanno permesso di riportare alla luce il
vecchio impianto, unico e raro nel suo genere. Vi è stata un’attenta analisi
della struttura, poi una accurata selezione dei materiali esistenti e, solo
successivamente, dopo aver risolto i problemi strutturali delle murature, essi
sono stati ricollocati nella giusta posizione originaria . Solo così si è
potuto restituire all’intero ambiente la sua identità. Così l’architetto Angelo
Rossolino, che ha collaborato e sovrainteso ai lavori. Fondamentale è stata
però la forte determinazione, nonché il grande desiderio, da parte dei
proprietari di voler raggiungere un simile traguardo. La struttura è costituita
da tre sale. Nella centrale, di grande pregio stilistico, si può
apprezzare un’antica macina collocata al centro di una sorta di abside
realizzata in conci regolari di tufo giallo e grigio locale. Suggestivi ed
imponenti sono i grandi stipiti di pietra scalpellati a mano che
reggevano le presse dalle quali si estraeva l’olio. L’olio, estratto dalla
pressatura a freddo delle olive, ricadeva in delle vasche sottostanti tuttora
visibili e in perfetto stato di conservazione. In un angolo l’acqua bolliva in
una “caldara” alimentata a legna e veniva mescolata all’olio che, essendo più
leggero, risaliva in superficie e veniva raccolto con la “leccaressa”, un
grande piatto in ferro con cui poi si riempivano gli orchi in terracotta.
Rimane nelle intenzioni dei proprietari dare alla struttura la sua giusta
vocazione affinché appartenga al patrimonio storico culturale della città a memoria
delle antiche tradizioni locali.
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