Riportiamo il post apparso sul profilo facebook .............
dell'amico Prof. Giustino Castellano sulla gestione della pandemia.
"𝐃𝐀𝐃 𝐒𝐈, 𝐃𝐀𝐃 𝐍𝐎… 𝐋𝐀 𝐓𝐄𝐑𝐑𝐀 𝐃𝐄𝐈 𝐂𝐀𝐂𝐇𝐈?
Domani si ricomincia con la 𝐃𝐀𝐃, salvo poi assistere ad eventuali pronunciamenti del Tar che, nei prossimi giorni, potrebbero ribaltare la decisione regionale. E allora si ritornerebbe in presenza o in 𝐃𝐃𝐈 con la buona pace di studenti, docenti e dirigenti, i quali da un anno subiscono stravolgimenti continui nella programmazione delle loro attività, dovendosi affidare più alla Divina Provvidenza che alla coerenza e all'efficacia dei provvedimenti assunti dalle più svariate Autorità. Per carità di Dio, non sono un medico o un tecnico della materia e non ho alcuna competenza per valutare l'andamento epidemiologico e prevederne le conseguenze future. All'epoca mi iscrissi pure alla facoltà di Medicina e chirurgia, giusto per compiacere mia madre e per strappare furbescamente qualche cospicuo regalo in cambio del mio sacrificio, ma dopo poche settimane decisi di virare verso una facoltà a me più congeniale. Piuttosto che diventare un pessimo o al massimo un modesto medico, per il bene del prossimo, preferii dedicarmi all'approfondimento delle scienze sociali con tutto il loro carico di fascino e di approssimazione. Digressione personale a parte e tornando sul punto della questione, sarei davvero felice di potermi affidare alla giustezza dei provvedimenti adottati dalle istituzioni competenti, comprendendone la ratio e condividendone i contenuti. Eppure c'è sempre qualcosa che mi sfugge o non mi convince pienamente e mi induce alla doverosa e civile - ma assai dubbiosa - accettazione di disposizioni che appaiono essere generate in un clima di caos generale, anziché nell'ambito di un quadro organico di norme e in una comune cornice strategica in cui i diversi livelli decisionali dovrebbero operare. Sebbene la Costituzione ci offra una soluzione con l’art.117, affidando la profilassi internazionale alla legislazione esclusiva dello Stato, in questi dodici mesi abbiamo invece assistito ad una sorta di gara istituzionale che ha fatto saltare quell’irrinunciabile principio di leale collaborazione posto a fondamento del rapporto tra il sistema delle autonomie locali e il Governo centrale. Il tutto condito da una comunicazione imbarazzante fatta di proclami roboanti, annunci miracolosi, patetici e paternalistici “pipponi” a corredo della più semplice e banale informazione fornita ai poveri cittadini. Sia chiaro, non mi riferisco a nessuno in particolare poiché in questa narrazione surreale di una vicenda molto seria, pochi si salvano. Purtroppo, nonostante i fiumi d’inchiostro sprecati per mettere nero su bianco i tantissimi protocolli di sicurezza, siamo ancora in un vicolo cieco da cui non sappiamo quando ne usciremo. Oggi ci poniamo il problema della vaccinazione degli insegnanti, domani probabilmente di altre categorie , procedendo così via in un “ordine disordinato “ a cui si cercherà di porre rimedio secondo gli insegnamenti tratti dal libro del famoso maestro elementare di Arzano. Ribadisco, non sono un tuttologo e non mi sogno neppure di sparare giudizi a caso su questioni così complesse e al di fuori della mia portata; al netto dell’imprevedibilità delle circostanze, mi piacerebbe solo una chiarezza e una coerenza maggiore per fugare i miei dubbi e la crescente sensazione di dover sottostare ad una logica non distante dal titolo del citato libro “𝗶𝗼 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗮𝘃𝗼"."
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