IL FIUME VOLTURNO. TRA MITO STORIA E NATURA.

 





Siamo ben lieti di pubblicare questo interessante articolo che........

ha preparato la dott.ssa De Crosta, nota archeologa, con la sua penna e la sua conoscenza delle cose ci fa vivere grandi emozioni, proprio perchè parla di arte e natura.


.Il piccolo e accogliente territorio pianese è attraversato da uno dei fiume più importanti dell’Italia meridionale: il fiume Volturno, un lungo corso d’acqua di ben 175 chilometri.

Il Volturno, il fiume del dio Volturnus; la divinità “dal ceruleo ciglio”, in ricordo del colore azzurro delle sue acque.

Le sue sponde, dalle sorgenti di Rocchetta al Volturno fino alla foce di Castel Volturno, hanno assistito alla storia, battaglie passate e moderne e passaggi di popoli che hanno “disegnato” e dato forma al nostro territorio.

Le sue acque impetuose hanno generato e favorito vita e biodiversità, acquatica e terrestre, vegetale e animale.

Acque preziose, eppure maltrattate e dimenticate. In alcuni tratti, gli scorci incantevoli e i colori della vegetazione dipingono un quadro che ricorda il suo aspetto originario. Un tempo era navigabile e molto animato.
Ancora oggi qualcuno ricorda e racconta di quando si scendeva giù al fiume per dissetarsi, per fare il bucato, fare tuffi, per aspettare l’alba pescando.
L’affetto e le vecchie tradizioni sono duri da abbandonare, e c’è chi usa, di tanto in tanto, attraversare il fiume con il lontro, una tipica imbarcazione dalla prua rialzata, rettangolare e piatta, perfetta per solcare queste acque torrentizie e a tratti impetuose. Il Volturno si rivela e racconta se stesso, attraverso i suoi paesaggi e i suoi panorami.

Ci porta da Colli a Volturno, dove si trova il Parco Fluviale del Volturo, per giungere nel Bosco delle Mortine, un’Oasi WWF compresa tra le Mainarde e il Matese. L’area è abitata principalmente da anatre, nibbi, aironi e poiane, che è possibile ammirare lungo i percorsi di visita o nei favorevoli punti di osservazione.

Attraversando i monti del Matese, il Volturno raggiunge il Medio Volturno, la terra del Pallagrello e del Casavecchia, dell’Oliva caiazzana e dell’Oasi delle Salicelle, la porta dell’antica Capua, dove un tempo esisteva un porto franco dato che era raggiungibile con le imbarcazioni.

A pochi passi dalle sponde, si innalzano le antiche rovine di quella che fu l’altera Roma, col suo bellissimo anfiteatro e le antiche case romane e ancora… storie di profumi e di religioni importate dall’Oriente e molto, molto altro, come testimoniano il Museo archeologico di Santa Maria Capua Vetere e il Museo provinciale Campano.

Dalla moderna Capua, il fiume continua il suo corso viaggio il Tirreno, dove incontra un’altra area protetta: la Riserva Naturale Foce del Volturno – Costa di Licola, una zona scampata all’urbanizzazione della fascia costiera, che comprende anche l’ampio bacino del Lago Patria ed una suggestiva pineta. Nonostante gli interventi dell’uomo, il fiume Volturno preserva ancora aree di pregevole valore e regala percorsi interessanti dal punto di vista naturalistico, adatti a piacevoli e rilassanti escursioni.

Dott.ssa Letizia De Crosta

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