Dopo l'intervento dell'ex Sindaco dott. Raffaele de Marco arriva .....
anche l'intervento dell'ex. Sindaco e amico Prof. Giustino Castellano direttamente dal suo blog personale,quali riflessioni sul mondo che verrà e le prospettive da seguire.
NOI di RINASCITA PIANESE pubblichiamo il contenuto dell'intervento apparso sul blog personale https://giustinocastellano.wordpress.com
"E’ appena iniziata la fase due che dovrebbe lentamente riportarci alla normalità e, purtroppo, cominciamo a fare i conti con i catastrofici danni prodotti dal primo lungo lockdown globale della storia.
Solo qualche mese fa, non avremmo mai immaginato di dover affrontare una situazione senza precedenti che rischia di produrre conseguenze drammatiche sul piano sociale ed economico.
Dalle minacce nascono le opportunità
Le cifre che stanno emergendo in queste settimane disegnano un quadro a tinte fosche e sembrano non lasciare spazio ad interpretazioni ottimistiche, o comunque fiduciose per il prossimo futuro.
Tuttavia, la recente proposta franco-tedesca di istituire un fondo europeo costituisce un’opportunità unica per il nostro Paese . Siamo ancora alle battute iniziali e la prudenza in questi casi è d’obbligo – considerate le complesse e contrastate dinamiche europee – ma l’inattesa iniziativa lanciata da Francia e Germania rappresenta indiscutibilmente un segnale di cambiamento importante. Sappiamo bene che le sole misure messe in atto dal Governo nazionale – anche quelle più robuste contenute nell’ultimo decreto – non sono sufficienti per sostenere l’impatto della crisi e comportano un pericoloso deterioramento dei già disastrati conti pubblici. La possibilità di reperire ingenti risorse attraverso un fondo europeo (si parla di 100 mld), invece, aprirebbe a scenari totalmente diversi e ci consentirebbe – forse per la prima volta – di avere il necessario ossigeno per un radicale cambio di prospettiva nel medio periodo. Se cosi fosse, questa pandemia paradossalmente potrebbe rappresentare un punto di svolta fondamentale per il recupero di competitività del nostro asfittico sistema economico. Tutto questo, a patto che le nostre classi dirigenti siano finalmente disposte a rimodulare gli impegni economici e sociali del Paese e , soprattutto, si rivelino in grado di delineare un piano di rilancio coraggioso nell’ambito di una visione lungimirante e di ampio respiro.
Qualsiasi piano di rilancio non può prescindere da un processo di snellimento e di modernizzazione dell’apparato amministrativo. Semplificare l’attività amministrativa e ridurre l’odiosa burocrazia significa trasformare la PA in uno strumento di sviluppo al servizio di cittadini e imprese. D’altra parte, i principi fissati nell’art.1 della l. 241/90 sono diretti ad assicurare l’efficacia e il buon andamento della pubblica amministrazione; la realtà dei fatti, purtroppo, racconta un’altra storia. Di questo, ne abbiamo avuto piena contezza nella fase di esplicazione degli effetti concreti dei provvedimenti governativi di queste settimane. L’adozione di nuovi schemi organizzativi non è più rinviabile, in quanto solo migliorando il rapporto tra cittadini, imprese e PA sarà possibile uscire dal pantano in cui ci troviamo. Le misure di distanziamento sociale imposte dal dilagare della pandemia ci hanno mostrato l’importanza dell’innovazione tecnologica che, se vista nell’ottica di un’azione riformatrice complessiva, introduce elementi di novità finalizzati a rendere più efficiente la macchina amministrativa, ad ottimizzarne i costi e , nel contempo, a produrre effetti positivi sull’ambiente in termini di riduzione della mobilità urbana, dei consumi e dell’inquinamento.
Da uomo di scuola, non posso esimermi dal fare qualche considerazione sull’attuale esperienza di didattica a distanza e sulle sue prospettive future in un contesto di cambiamento. E’ impensabile che la scuola possa essere privata del rapporto personale tra docenti e alunni e di quel complesso di relazioni umane che contribuiscono in modo fondamentale alla crescita e allo sviluppo della persona. Tuttavia, l’uso obbligatorio delle piattaforme informatiche per sopperire alla sospensione delle attività didattiche in presenza ci pone di fronte ad una riflessione seria sulla possibilità futura – ad emergenza finita – di puntare con maggiore convinzione e di investire sui nuovi ambienti di apprendimento a distanza. La risposta è affermativa se il tutto si inquadra in un progetto di riforma complessiva del sistema dell’istruzione, in quanto non si può ignorare che la tecnologia è entrata a far parte della nostra vita quotidiana anche nell’ambito di una molteplicità di modalità di espressione e di comunicazione digitale. Inoltre, l’introduzione di azioni integrate a distanza aiuterebbe a risolvere una serie di problemi pratici, oltre che a preparare meglio gli studenti alle richieste di un mondo del lavoro sempre più esigente.
La difficile situazione in cui troviamo deve indurci ad un cambiamento profondo nell’ approccio all’innovazione, sia nel sistema produttivo che nella società. Questo significa investire risorse nel capitale umano, nella ricerca, nella formazione, nelle politiche d’innovazione delle imprese, nelle infrastrutture economiche, ambientali e sociali.
Abbiamo bisogno di un piano di rilancio globale che sia sostenuto da una prospettiva di lungo termine; non possono essere sufficienti i soli interventi tesi a tamponare gli effetti immediati di questa terribile crisi che di certo è la peggiore dal dopoguerra ad oggi. In questi giorni, stiamo assistendo al fallimento delle misure assunte dal Governo a causa di un sistema incrostato da criticità e inefficienze strutturali e ciò rappresenta la dimostrazione plastica che voler ripartire dalla situazione pre-crisi non servirebbe assolutamente a niente."
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