Le parole del “Ninno” continuano a svelare retroscena ancora “ufficialmente” estranei al mondo dell’opinione pubblica.
Antonio Iovine ha,
infatti, puntato i riflettori sul pericolo corso dalla giornalista,
attualmente senatrice del Pd, Rosaria
Capacchione, e dallo scrittore Roberto
Saviano. I fatti, esplicati nel verbale sottoscritto il 28 maggio in
presenza del pm Antonello Ardituro,
coordinato per l’occasione dal Procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, riguardano direttamente l’avvocato Michele Santonastaso (agli arresti
domiciliari), sul cui capo pendono le accuse di collusioni con la camorra.
Fu proprio quest’ultimo a leggere,
nel corso del processo Spartacus,
un’istanza al cui interno venivano palesate minacce all’indirizzo della
Capacchione e di Saviano, ma anche di Cafiero
De Raho, ex procuratore antimafia della Dda di Napoli, ora a Reggio
Calabria, e Raffaele Cantone, attualmente presidente dell’Autorità
anticorruzione.
L’avvocato
del clan, così come lo hanno soprannominato, fu imputato con Francesco Bidognetti (definito “un
vero mafioso, persona spietata”) e lo stesso Iovine per
intimidazioni. “Io non so se l'avvocato Santonastaso – si chiede
perplesso Iovine tra le pagine del verbale – si rendeva conto di quanto fosse
pericoloso discutere con Bidognetti di queste cose che avrebbero potuto, per
l'indole di Bidognetti, scatenare davvero una reazione pericolosa per Roberto
Saviano e per Rosaria Capacchione”.
Poi
l’aggravamento, se ancora ce ne fosse bisogno, della posizione di Santonaso: “Sono certo –
dice Iovine – che se avessi avuto bisogno di lui per qualsiasi cosa estranea
al rapporto cliente avvocato egli si è reso disponibile. Convinzione che ho
tratto proprio dal fatto che si era mostrato disponibile ad aggiustare i
processi cui ho fatto riferimento”.
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