Il premier Mario Monti è giunto stamane al palazzo della Commissione europea a Bruxelles per un incontro con il presidente José Manuel Barroso. Al centro del colloquio il patto per la crescita in Europa e, più in generale, i temi dell'economia europea.
"Stiamo lavorando in stretto contatto con il governo tedesco e stiamo elaborando diverse varie ipotesi", riferisce il premier, precisando che non ci sono ancora "ricette specifiche". La base di partenza "é la lettera che in febbraio su iniziativa italiana è stata inviata da parte di 12 capi di stato e di governo al presidente del consiglio e della Commissione Ue dove vengono specificate varie misure per la crescita". Monti è rimasto oggi a Bruxelles dove, con la collaborazione dell'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, ha lavorato alla messa a punto delle proposte. Domattina, ne parlerà con il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. Proprio oggi il commissario al mercato interno Michel Barnier ha annunciato che "entro settembre" la commissione proporrà 12 misure chiave per la crescita. Nel suo discorso, Monti ha chiarito i paletti entro i quali l'Italia punta a rilanciare una politica europea per la crescita. In Parlamento il Def, il documento di economia e Finanza con il quale il governo presenta le sue previsioni e le linee di intervento di riforma, ha ottenuto il voto positivo delle Camere, con una mozione che chiede proprio interventi in favore della crescita e del calo delle tasse. Il premier, da Bruxelles, ha però delineato la strada entro la quale il Paese può agire.
Primo: il potenziale di crescita va aumentato facendo leva sulle riforme strutturali e quindi con investimenti nei settori chiave (come trasporti, energia). "L' investimento pubblico non è necessariamente peggiore per l'economia europea dei consumi privati, anche se la struttura attuale della politica lo considera in questo modo", osserva Monti. "Dobbiamo avere una mente aperta, non per eludere la disciplina di bilancio, ma per fare in modo che la disciplina di bilancio sia realmente sostenibile nel medio termine e possa essere rispettata perché sarà in un contesto di sviluppo e non depressivo". Secondo: no a politiche "effimere" e "vecchio stile" pro-deficit che creano solo "una crescita illusoria". L'Italia "sta facendo un grande sforzo per raggiungere il pareggio di bilancio già nel 2013", assicura Monti, insistendo sulla necessità di rigore e disciplina. Terzo: le riforme strutturali sono fondamentali per aumentare il potenziale di crescita, "ma da sole non portano crescita se non c'é una domanda dei beni e dei servizi prodotti". Considerato che nei paesi che stanno facendo una cura di riforme e consolidamento dei bilanci, come l'Italia, "non si genera spontaneamente molta domanda", devono essere "gli altri paesi a largheggiare con le politiche economiche". Nessun nome neppure in questo caso, ma ancora una volta il sottotesto recita Germania.
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