Quando a Piana esisteva la così detta "Repubblica delle banane".
Quando a Piana di Monte
Verna esisteva la repubblica delle banane.
Capitolo I
Nei tempi che furono esisteva
nella penisola italiana un bel paese e
precisamente al centro sud dell’Italia dal
nome Piana Calatiae (Piana di Monte Verna).
In questa piccola collettività la
vita era serena e tranquilla mentre a livello politico era organizzata come una
repubblica al capo della quale veniva eletto il Demos che era coadiuvato dai
suoi collaboratori che lo aiutavano nel disbrigo ad amministrare la cosa
pubblica.
Si è scoperto anche,dobbiamo
precisare, che in questa collettività nell’ultima fase della sua esistenza c’è stata la tendenza che il singolo cittadino
non poteva scegliere più di un Demos da eleggere bensì uno solo in quanto si
presentava un solo Demos e non più Demos.
Inoltre questo Demos poteva
attingere pareri e consigli e non solo ma anche direttive da un’altra persona
che era il cosiddetto Demos Capo (Demos
Supremo) che era una persona più anziana e quindi più esperta e di rango
superiore.
Una volta fatta queste
precisazioni dell’organizzazione dell’intera collettività, un bel giorno al
Demos si presentò di risolvere un grande e spinoso problema la cosiddetta
questione “ITACA”.
Itaca era bella fanciulla del
paese, dovendo andare a prendere servizio presso gli uffici del Demos, si
trovava in difficoltà in quanto per lavorare Itaca doveva possedere una banana
che lei non aveva affatto.
Allora la bella Itaca pensò,come
si legge dai libri storici,di informare della cosa il Demos che le rispose di
provvedere subito affinché Itaca avesse
la banana per lavorare.
Quindi il Demos informò subito i
suoi più stretti collaboratori,come si legge dagli archivi storici,ed anche il
Demos Capo che gli diedero i consigli come risolvere la questione.
La questione della banana ad
Itaca poteva essere risolta solo andando a comprare da chi poteva fornire la banana
al Demos che poi questi la doveva dare a Itaca.
Ma siccome era passato il tempo delle banane,dobbiamo
pensare che stiamo intorno 200
a.c. e non ad
oggi,ci volle un po’ di tempo in più per reperire la banana per Itaca che alla
fine gli fu data .
Itaca ricevette la banana dal
Demos e potette recarsi a prestare servizio negli uffici del Demos
A quanto annoverato negli archivi
storici la qualità di quella banana data
ad Itaca era del tutto avariata in quanto incominciò ad emanare cattivi odori
addirittura il giorno successivo della consegna.
Quindi Itaca aveva incominciato a
lavorare ma si chiedeva se lo poteva
ancora fare ciò ed informò il Demos della cosa il quale gli rispose che bastava
solo portare una qualsiasi banana e non importava la qualità in quanto aveva
consultato anche i suoi stretti collaboratori ed anche il Demos Capo che gli
avevano assicurato della regolarità della cosa.
Così Piana Calatiae è passata
alla storia per la cosiddetta repubblica
delle banane.
Capitolo II
Continuando la ricerca storica su
questo periodo di Piana Calatiae si è visto,sempre come si evince dagli archivi
storici,che questa piccola collettività
era organizzata come una piccola repubblica al capo della quale veniva
eletto il Demos che era o meglio doveva essere espressione della maggioranza
della collettività e fin qui è tutto chiaro.
Come in tutte le epoche storiche
ci sono dei mutamenti che possono incidere sia in positivo che sia in negativo
ed anche per Piana Calatiae vale questo
discorso.
Infatti anche per Piana Calatiae ci
sono stati dei momenti di splendori e momenti di decadenza come quella della cosiddetta Repubblica delle banane.
In questo periodo storico per
Piana Calatiae incomincia o meglio ha il suo culmine una fase di decadenza che
si manifesta sia a livello politico,sia a livello economico ed infine anche a
livello sociale.
Politicamente Piana Calatiae
,come abbiamo in precedenza spiegato,era amministrata dal Demos che era eletto
dal popolo ma in questa fase di decadenza anche al popolo non vi era data
l’opportunità di scegliere più di una persona in quanto si proponeva al popolo
un solo candidato che veniva eletto con quasi come un plebiscito in quanto
questo doveva riportare il cinquanta per cento più uno degli aventi diritto ad
esercitare il voto questo era una cosa
anomala anche per quel tempo.
In questa fase di decadenza il
Demos, eletto con le modalità sopra menzionate, aveva dei comportamenti
dispotici e non solo ma anche se vogliamo dir meglio vicino a quelli
dittatoriale nell’amministrare la res pubblica.
Per dare una spiegazione a ciò possiamo
collegare il modo di agire del Demos al momento storico di decadenza in cui si
trovava Piana Calatiae e non solo ma soprattutto al pensiero politico del tempo
che si basava su una filosofia politica i cui concetti erano Ego sum , Sapientia
mea ed infine In Culo vobis, come si legge dagli archivi storici .
Con questo stato di cose quindi
l’attività politica del Demos veniva ad essere accentrata nelle sue mani e non
più come una attività politica che comunemente si svolge in una RES PUBBLICA
nella quale il Demos doveva sentire ed attuare
le indicazioni del Popolo se
queste erano in linea con i fini o gli scopi prefissati.
Infatti venivano fatte dal popolo
molte proposte,come è riportato dai libri storici,che erano a priori scartate dal Demos in quanto questi si
rifaceva ai principi Ego sum e principalmente a quello Sapientia mea.
Così successe per risolvere lo
spinoso e intrigante problema della
cosiddetta questione “ITACA”.
Se vogliamo in questa occasione
il Demos si comportò attenendosi a questi principi che erano il suo punto di
forza anche se però si deve dire in questo caso consultò i più stretti suoi
collaboratori ma lo stesso si attenne assiduamente a taluni principi.
A tale riguardo si cita che anche
dei collaboratori affermavano che la banana data ad Itaca non era affatto buona,infatti era avariata,ma anche nell’intera collettività incominciò a correr
voce del fatto della banana data ad Itaca e molti si chiedevano se il
comportamento del Demos era corretto o meno.
Intanto Itaca lo stesso
continuava a lavorare presso gli uffici del Demos senza aver dato la buona banana al Demos il quale con il proprio
comportamento metteva in serie
difficoltà i suoi stretti collaboratori,infatti un bel giorno negli uffici si presentarono i
Centurioni che stati mandati dal imperatore a
verificare la questione della banana.
Questi avendo visto la banana ed avendo costato effettivamente
che questa non era buona, fecero presente la cosa al Demos il quale rispondeva
che in effetti quella l’aveva portata Itaca e quindi si intuiva e faceva capire
che il responsabile della situazione,venutasi
a verificare,era la povera Itaca.
In questo caso l’atteggiamento o
il modo di comportarsi del Demos è da
collegarsi ad un noto uomo politico del tempo dal nome Pontio Pilato e
non solo ma anche ad uno dei tre
principi politici a cui si rifaceva costui cioè In Culo Vobis.
La bella Itaca intanto
continuando a lavorare presso gli uffici del Demos, si chiedeva di come poteva risolvere il
problema della banana non buona data a chi per esso per lavorare e non solo
Itaca si chiedeva questo ma anche i collaboratori del Demos.
Capitolo III
Per
questo periodo abbiamo visto l’aspetto politico della vicenda ma accanto a
questo c’era anche quello economico e sociale che era molto più grave rispetto
a quello politico. Infatti,come è riportato dai libri storici,la decadenza si
manifestava anche sotto il profilo socio economico e dell’ordine pubblico .Si
dice questo perché,si legge da fonti storiche,Piana Calatae e tutto l’Impero
erano attraversati e attanagliati da una grave crisi economica e sociale senza
precedenti che coinvolgeva anche il vicino mondo greco. Per Piana Calatae
questa crisi era più grave e più profonda in quanto l’operare del settore
politico e quindi del Demos,come abbiamo visto in precedenza,era ancorato a
quei principi di filosofia politica che abbiamo già spiegato. In effetti con
questo stato cose,che era di stallo dal lato politico,la situazione economica sociale si faceva ancora più grave
rispetto all’Impero in quanto mentre a livello dell’imperatore,costui aveva
affidato di risolvere la grave crisi ad un'altra persona di nome OMontis, a
Piana Calatae il Demos rifacendosi ai due principi di filosofia politica,Ego
Sum e Sapentia Mea, si impegnava e si adoperava lui in primis a risolvere anche la crisi
economico sociale che attanagliava la piccola comunità.A questo punto c’è da
dire che la persona nominata
dall’imperatore riuscì o tentò di risolvere molti problemi economico sociali
mentre il Demos non riuscì a risolvere alcunché e pure stiamo parlando di
problemi di una piccola comunità quale quella che era Piana Calatae.Una
spiegazione di questa riuscita nel risolvere i vari problemi economico sociali
da parte di OMontis e’ data dal fatto che costui diede molto ascolto sia alle
indicazioni che venivano dal popolo che dall’Imperatore mente a Piana Calatae
tutto questo non avveniva in quanto il Demos era fedelmente ancorato a quei
principi di filosofia politica , già spiegati,e che costituivano il suo punto
di forza e se anche venivano fatte molte proposte in merito venivano a
priori scartate dal Demos mentre costui teneva molto in considerazione le proposte
che gli erano fatte dal Demos Capo come avvenne sicuramente nel risolvere la
intrigante e spinosa faccenda “ITACA”.
Il
fatto di essere così ostinato o così Tosta Capae(una virtù del tempo) del Demos
nel risolvere questi tipi di problemi poneva una serie di interrogativi
all’interno della comunità. Qualche risposta a questi quesiti viene data dalla
lettura e dall’analisi attenta dei libri storici del tempo. Infatti in questi
archivi è annoverato che a Piana Calatae
esistevano i Circolus,i circoli,che potevano essere ricreativi,sportivi ed
infine anche quelli politici .Tra questi
i più importanti e potenti erano senz’altro quelli politici in quanto era
sempre il Demos a dare, in effetti, il consenso se potevano essere partecipe
dei circoli stessi altre persone al di fuori di quelli che già gli facevano
parte. Quindi il Demos e soprattutto il Demos Capo avevano costituito i
Circulus politici chiusi in cui affrontavano non solo i problemi di gestione
della res pubblica ma anche e soprattutto quelli degli affari economici(oggi i
cosi detti comitati di affari).Infatti, mentre il centro del paese si spopolava
sempre di più con la conseguenza di un degrado ancora più accentuato della
cittadinanza che viveva in questo contesto, il Demos era concentrato nella sua
opera politica alla costruzione di opere faraoniche ed innovative(per quel tempo)
con i suoi più stretti collaboratori e con tutte le persone che facevano parte
di quei Circulus. In questo contesto di cose è da annoverare un altro politico
e filosofo del tempo dal nome Senecaz. Costui trovandosi di passaggio tra
queste zone restò meravigliato dall’aspetto naturale e paesaggistico di Piana
Calatiae e ciò lo indusse a fermarsi e a
soggiornare qualche tempo in questa zona .In questo arco di tempo in cui
Senecaz si fermò nella zona ebbe modo di costatare che accanto alla bellezza
del posto c’era anche un degrado venuto fuori dalla crisi economica che
attanagliava tutto l’Impero ed ebbe modo di conoscere anche il Demos. Infatti
si legge dai manoscritti di Senecaz che questi elogiava ed esaltava il Demos
come un uomo pieno di virtù e di coraggio ma al tempo stesso lo criticava per
essere troppo attaccato a quei principi di filosofia politica e non solo di
prestare troppo ascolto al Demos Capo e per niente alle istanze che venivano
dal popolo. Dalle memorie di Senacaz si legge anche che costui notò,con molto
stupore,un altra cosa molto rammaricante che si verificava di prassi nella
piccola collettività di Piana Calatiae
che era la cosiddetta “Nihilum emersi ab
olla” (Nulla fuoriesce dal pignato)e ciò era la conseguenza dei Circulus.Infatti
un bel giorno il Demos invitò Senecaz a cena,come si usava a suo tempo per
dare il benvenuto ad una persona
estranea,in questa occasione Senecaz ebbe modo di conoscere anche il Demos Capo
ed i collaboratori di entrambi e constatò che l’avevano invitato a cena ma in
effetti a lui non facevano arrivare quasi alcun che del cibo che era nella
pentola addicendo “Hic nihilum emersi ab olla”. Quindi una persona di quella
notorietà quale era Senecaz era trattato come un qualsiasi viandante,se vogliamo anche come un “canis”,e
poi doveva essere grato a chi lo aveva invitato ma senza che costui avesse mangiato alcun che.
In un'altra occasione questa illustre persona si trovò a passare negli
uffici del Demos,sempre invitato da questi,ed ebbe modo di costatare che c’era
uno stato di malcontento generale scaturito dal modo di fare di chi dirigeva
tutto ciò e cioè del Demos. Senecaz in quello arco di tempo passato negli uffici
potette costatare che al Demos venivano fatte molte istanze e richieste
da parte della intera collettività e le risposte date a queste da parte del Demos erano ancorate alla solita
filosofia politica che si rifaceva ad un altro
principio che era “Per culum”.Infatti le risposte date alle varie
persone,in presenza di Senecaz,erano del
tipo “Uccann, ulloc e po’ u’ facimm”.Mentre le cose che interessavano al Demos
dovevano essere svolte in maniera celere anche se erano sbagliate e pur errate
dovevano portate a compimento perché l’aveva detto e chiesto il Demos.Un bel
giorno negli uffici si presentò una
povera persona della collettività che chiedeva l’aiuto del Demos perché aveva
una “latrina”davanti alla propria casa provocata dalla rottura dei tubi della
rete fognaria pubblica(una cosa molto rara per quel tempo) e la risposta
ricevuta si rifaceva al principio “Per culum”. Infatti la risposta del Demos
era del tipo”Uccann , ulloc e po’ ù
facimm”.Dai manoscritti di Senecaz si legge anche che mentre questi si trovava negli uffici si presentò una persona che
cercava di parlare con una certa urgenza con il Demos addicendo che aveva un
grosso affare da proporre a costui. Come si legge e si intuisce dai questi
documenti la persona che cercava il Demos era un potente ed illustro uomo
d’affari del tempo e Senacaz lo riporta nei suoi scritti con il nome Benetocc.
Il Demos,che era molto sensibile a questi tipi di discorsi,lo ricevette
immediatamente e nel contempo avvertì anche il Demos Capo che c’era un pollo da
spennare con una grossa torta da dividere. Infatti Benetocc proponeva al Demos di contribuire
con grosse somme di denaro alle opere faraoniche che si stavano realizzando a
Piana Calatiae però nel tempo stesso costui faceva delle proprie richieste.
Alla presenza di Senecaz sia il Demos
che il Demos Capo,si legge dagli scritti,affermarono una frase che rimase
storica per Piana Calatae e cioè “Cu chist Benetocc nui ci accunciamm pe tutta
a vit”.Si legge inoltre per dare concretezza alla cosa i due Demos
invitarono Benetocc a cena e diedero
l’invito anche a Senecaz a partecipare a
questo banchetto .Questa tavolata si tenne in una “taberna” di Piana Calatae
,come si legge dai manoscritti di Senecaz,dal nome “Diem carpe”(vivere alla
giornata) il cui oste era un romano e ciò
mise a suo agio anche Senecaz che pure lui era un romano e quindi
entrambi appartenevano alla “Civitas
eterna”. Dai manoscritti di Senecaz si
legge che durante la cena si parlò di affari tra le persone ma dei termini e
dei modi dell’affare non si dici alcun che. Questo fatto che Senecaz nei suoi
manoscritti fa riferimento alla cena e alla discussione sull’affare ma non ai
termini dell’accordo induce a fare una riflessione,o Senecaz decise lui in prima persona di non
interferire negli affari privati o gli fu detto con una espressione del tempo
che si usava per tutto l’Impero ed anche a Piana Calatae e cioè “fatt i cazz
tua”. Nei giorni successivi,si legge dai testi,Senecaz ebbe modo di incontrare
il Demos il quale era molto euforico e
gioioso e questo è riportato negli scritti del filosofo con la frase”Acta ire
bene”(i fatti vanno bene).

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